VENERDI' SANTO - Processione del Cristo Morto


Nel descrivere la più antica processione del Venerdi Santo del mondo, è doveroso riportare innanzi tutto una breve frase che lo storico ortano Lando Leoncini (1548 - 1634) scrisse nella sua "Fabbrica Ortana" a proposito della Confraternita di S. Croce (già citata come fiorente nel 1159 in alcuni documenti): "... porta li sacchi bianchi, con lo stendardo un crocefisso, et il Venerdi Santo a sera i confratelli fanno una pietosa et bella processione per tutta la città, ove concorrono tutte le altre compagnie et si porta un Cristo su una bara che dà molta devotione al popolo tutto che vi concorre".
Questa processione, databile intorno al 1200 (indichiamo questo riferimento perché ci sono notizie certe, ma non sappiamo da quanto tempo prima esistesse), è tutt'oggi effettuata come il Leoncini la descrive.

A partire dall'ordine di precedenza, dato dall'antichità delle compagnie ad altri particolari minori, la processione di Orte rispetta scrupolosamente la sua forma originale.
Alla processione originaria alla quale parteciparono solo i confratelli di S. Croce, si aggiunsero, a cominciare dal 1275 (dopo oltre un secolo), quelli dei Raccomandati (oggi non più esistenti) e via via tutti gli altri.
Lo svolgimento della processione segue regole rituali che devono essere rigorosamente rispettate.
Le Confraternite dietro invito dei furieri di S. Croce, muovono dalle rispettive chiese e si dirigono verso la chiesa madre di S. Croce, in attesa dell'uscita della bara del Cristo Morto e della macchina dell'Addolorata.

Avvenuto questo la processione si incammina per le vie della città (completamente al buio) per far sosta nella piazza principale ove, disegnandosi a cuore nel cui centro verranno poste le due effigi, saranno officiate le preghiere di rito e cantato, da alcuni confratelli, il Miserere.
I confratelli, appartenenti alle nove confraternite oggi esistenti, raggiungono il numero di quasi 500 unità, sono guidati dal Rettore Generale coadiuvato dal Camerlengo Generale, dai due furieri generali e dal consiglio dei Rettori.
Figure evangeliche come la Veronica, la Maddalena, e le tre Marie piangenti partecipano al rito.
Al rientro, fuori la chiesa Madre di S. Croce, altro momento solenne con il canto dello Stabat Mater, poi la processione volge al termine. All'interno sarà distribuito ai partecipanti il tradizionale pane del Venerdi Santo e vino (altra antichissima tradizione).
Il rito si concluderà con la deposizione del Cristo Morto e dell'Addolorata sotto l'altare del Crocefisso in Santa Croce.

Sorretta da quattordici confratelli, la bara del Cristo Morto (realizzata nuova dagli ortani tra il 1620 e il 1630), è un opera barocca che risente ancora degli influssi classici. Candelabri, flancate, la conchiglia che avvolge il capo del Cristo, fascioni che sembrano di flioco, non turbano l'effetto dell'insieme, costituendo un'armoniosa costruzione nonostante le dimensioni. E' forse il tesoro più caro agli ortani che nutrono verso di lei un particolare affetto.

La Madonna Addolorata, sorretta da otto confratelli, è posta su un'elegante basamento ornato di foglie d'acanto. Con due angeli ai suoi piedi, ha un pugnale conficcato nel cuore ed è appoggiata ad una croce.

- Testo e foto tratti dal web.